AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

21 ottobre 2013

BEFFA ASSURDA

Che beffa. Già il pareggio sarebbe potuto andare stretto al Livorno, figuriamoci quanto può far rodere questa sconfitta, arrivata fra l'altro in maniera a dir poco rocambolesca. Purtroppo sono state pagate a caro prezzo due enormi ingenuità, che hanno provocato i calci di rigore poi trasformati dai doriani. Una squadra, la Sampdoria, apparsa molto modesta, con un gioco pressoché inguardabile, che soltanto una volta è riuscita a rendersi pericolosa dalle parti di Bardi. Il Livorno da parte sua non ha saputo però concretizzare la superiorità emersa nell'arco del match, non sfruttando a dovere le occasioni avute e non ricevendo alcun aiuto dalla dea bendata (clamorosa la traversa di Greco). 
Il pareggio era comunque arrivato, pareggio siglato dal ritrovato Siligardi che al 92' aveva fatto esplodere di euforia l'Armando Picchi. Euforia che ha contagiato gli stessi giocatori in campo, i quali hanno cercato di raggiungere la vittoria non accontentandosi del pareggio raggiunto in extremis, favorendo però così le ripartenze negli spazi della squadra blucerchiata. Ed è così che è arrivata la beffa, con un rigore assurdo arrivato al sesto minuto oltre il novantesimo: l'euforia si è trasformata allora in silenzio. 
La domanda del giorno quindi non può essere che una: è stato giusto cercare disperatamente la vittoria dopo aver raggiunto il pareggio nel recupero oppure sarebbe stato meglio accontentarsi del pareggio? Visto come è andata a finire, la risposta potrebbe risultare ovvia, ma altrettanto vero è che a quest'ora staremmo parlando di impresa se Siligardi avesse realizzato anche la seconda rete. Ci possiamo rendere conto così che una risposta è troppo viziata dall'esito finale, anche se una riflessione è comunque possibile farla: in scontri diretti per la salvezza un pari a volte va preso e tenuto stretto, non tanto per il punto in sè, ma per evitare che tre punti finiscano in mano di squadre concorrenti. Il gioco è semplice: con un pareggio noi saremmo saliti a quota 9, che non fa poi moltissima differenza dall'essere ancora a 8; quello che pesa invece è che adesso ci ritroviamo anche la Sampdoria addosso a quota 6, mentre sarebbe potuta rimanere ancora a distanza di sicurezza con 4 punti.
Questi naturalmente sono puri calcoli matematici a mente fredda, che non tengono conto dell'emotività del momento, della generosità di questi ragazzi che cercano di ottenere sempre il massimo per la propria gente, ma che giocoforza vanno fatti, rivolgendoli sì alla squadra, ma anche alla tifoseria. A chi scrive, infatti, non è piaciuto l'atteggiamento con cui è stato presentato da alcuni il match nei giorni precedenti la sfida, parlando di partita che doveva essere vinta per forza, a tutti i costi. Mettere una pressione così forte pare fuori luogo e controproducente, visto che il campionato è ancora nelle sue fasi iniziali e che la situazione di classifica era (e rimane ancora) buona. Semmai certe partite bisogna provare a vincerle, senza dipingere scenari apocalittici se la vittoria non arriva: solo con la giusta tranquillità l'obiettivo della salvezza potrà essere raggiunto. E' con questo spirito che dobbiamo affrontare anche l'imminente trasferta di Bologna: il Livorno ha le potenzialità per riuscire ad ottenere anche il bottino pieno, ma un pareggino voi lo buttereste via? Io no. Per niente. 

Davide Lanzillo

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