AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

31 ottobre 2012

Beffa finale, ma la squadra è viva

Un po' di delusione c'è, inutile negarlo: vedere una vittoria sfuggire nei minuti di recupero non può non lasciare l'amaro in bocca. La delusione c'è perché il successo era ampiamente alla portata degli amaranto, padroni del campo per almeno un'ora di gioco. Il Lanciano, da parte sua, si è dimostrato ben poca cosa, soprattutto nei suoi attaccanti, spesso imprecisi e inconcludenti (e non a caso il peggior attacco della serie B, con appena 8 reti segnate). Tuttavia quando la partite non vengono chiuse il rischio di subire la beffa c'è sempre e, purtroppo, così è stato. Il Livorno, infatti, ha avuto il demerito di accontentarsi del misero golletto di vantaggio (prima rete stagionale per Belingheri), senza cercare con più insistenza il colpo del K.O. Peccato, perché ogni volta che gli amaranto provavano ad accelerare davano sempre l'impressione di poter mettere in difficoltà la retroguardia abruzzese; peccato anche perché in caso di vittoria in classifica si sarebbe creato un vero e proprio vuoto tra il Livorno e il duo Padova - Juve Stabia, appaiate al quarto posto. 
Questa è stata la pecca del Livorno visto martedì sera: quando le partite le hai in pugno vanno uccise. Se così non accade dai la possibilità agli avversari di inseguire fino all'ultimo istante il pareggio. 
Detto ciò, non è il caso di fare drammi o disperarsi più di tanto. La prestazione c'è comunque stata e il Livorno ha giocato per lunghi tratti con la personalità della grande squadra, mantenendo il possesso palla e il pallino del gioco con un buon fraseggio in mezzo al campo, nonostante l'assenza per squalifica di Emerson. La situazione di classifica, inoltre, è lusinghiera e sempre ben al dì sopra delle aspettative di inizio stagione. 
Adesso è il momento di lasciarsi alle spalle questo pareggio e puntare l'attenzione verso i nostri prossimi avversari, quel Bari che tolti i sette punti di penalizzazione sarebbe quasi a ridosso della squadra di Nicola.
Match difficile e di alta classifica quindi, in cui fondamentale sarà il sostegno della tifoseria, chiamata a sostenere ed incitare la squadra dal primo all'ultimo minuto, con una curva in grado di creare ancora una volta una bolgia. Ma su questo non abbiamo dubbi.

Davide Lanzillo


27 ottobre 2012

Avanti Livorno: proviamo a sognare

Si dice sempre che occorrono una decina di giornate per valutare i reali valori di una squadra. Beh, adesso di giornate ne sono passate undici e i numeri parlano chiaro: sette vittorie, un pareggio e tre sconfitte, per un totale di 22 punti in classifica, uno in più di quanti il Livorno ne aveva conquistati nell'intero girone di andata della scorsa stagione. Di queste sette vittorie non ce ne ricordiamo neanche una conquistata in maniera immeritata e fortuita, anzi: i sette successi, soprattutto i quattro in trasferta, sono arrivati nettamente e attraverso un gioco convincente.
Le tre sconfitte, invece, non hanno mai visto un Livorno in balìa degli avversari. Escludendo la non partita contro lo Spezia (giocata quasi per intero con un uomo in meno), il Livorno in casa ha sì sofferto contro il Verona, ma nonostante tutto era riuscito ad arrivare al pareggio se non fosse stato annullato incredibilmente il regolarissimo gol di Paulinho a cinque minuti dal termine. In trasferta l'unico K.O. è arrivato a Modena, dove è vero che gli amaranto non hanno disputato una partita brillante, però neanche hanno mai subito gli emiliani ed il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto.

21 ottobre 2012

VERGOGNA


Vergogna. Non troviamo altre parole per descrivere il comportamento dei "tifosi" dell'Hellas Verona. Uno schifo. Un'indecenza. Non bastavano i saluti romani, non bastavano i cori fascisti e gli insulti razziali. No, alla vergogna non c'è mai fine. Gli "uomini" che occupavano il settore ospiti dell'Armando Picchi hanno pensato bene di infangare la memoria del povero Piermario Morosini. Allucinante. Da non credere. Abbiamo sopportato a fatica svastiche e canzonette riecheggianti il periodo più buio della società italiana, ma adesso ci si è spinti troppo oltre il limite. Vilipendere la memoria di un ragazzo scomparso su un campo di calcio no, non è tollerabile, non è da persone sane. 
Il popolo livornese ha il diritto di alzare la voce, ha il diritto di chiedere pene esemplari per questi scellerati e le istituzioni hanno l'OBBLIGO e il DOVERE di prendere seri provvedimenti. Non ce ne frega niente se la società dell'Hellas Verona si è preoccupata subito di diffondere un comunicato di scuse, comunicato, fra l'altro, che non convince proprio per nulla, con la dirigenza gialloblu intenta a sottolineare l' "orgoglio per una tifoseria sempre impeccabile". Vergognoso il comportamento della tifoseria e vergognoso, a nostro avviso, anche il comunicato della società.
A proposito della dirigenza veronese, hanno colpito negativamente anche le parole rilasciate da Giovanni Gardini, attuale direttore generale del Verona e componente della società amaranto nella scorsa stagione. Lui che quel maledetto 14 Aprile era in campo a Pescara, lui che compare in immagini televisive che hanno fatto il giro del mondo in lacrime nel momento del dramma, si è sforzato di minimizzare l'episodio, parlando di un piccolo numero di individui come protagonisti del becero coro. No caro dottor Gardini, lei non si può permettere. Non può permetterselo per quello che ha vissuto sulla sua stessa pelle. Anche fosse stato un solo tifoso a pronunciare certe frasi, andava presa una posizione forte di condanna, SENZA SE e SENZA MA.Lei si è dimostrato schiavo della pseudotifoseria della società per cui lavora.
Infine, sul terreno di gioco, vergognoso è stato (come al solito) il comportamento dell'allenatore dei veneti, mister simpatia Andrea Mandorlini. Non contento di avere infiammato la vigilia della partita con dichiarazioni assurde e inopportune ("sono orgoglioso di essere nemico di Livorno"), al momento della rete del 2-0 della sua squadra si è voltato verso le tribune con il dito medio alzato. E questo sarebbe un professionista...
Così come certi individui autori di cori indecorosi dovrebbero essere rinchiusi a vita per la loro inciviltà, certi allenatori non dovrebbero più vedere un campo di calcio neanche dalla televisione.

PIERMARIO SEMPRE CON NOI

Davide Lanzillo

15 ottobre 2012

Pronto riscatto: Reggina battuta

Il Livorno è ripartito. È ripartito da dove aveva lasciato, senza alcun tipo di scorie. Lo Spezia e quella sconfitta sono stati dimenticati, gettati in un angolo come se quella partita non fosse mai stata giocata. Il Livorno riparte da dove aveva lasciato, ovvero vincendo a suon di gol.  Lo fa nonostante l'assenza di Luca Siligardi (già a quota 6 reti) e un atteggiamento tattico notevolmente cambiato da mister Nicola: non più il classico 4-3-3 visto fino ad ora, ma un più robusto 4-4-2, con l'inserimento di Belingheri e Schiattarella a centrocampo, dove ha ritrovato spazio anche Emerson dopo due apparizioni da centrale difensivo. 
La mancanza del tridente non si vede: Paulinho e Dionisi bastano per mettere a ferro e fuoco la difesa calabrese, insaccando per tre volte la sfera alle spalle del portiere Baiocco (una doppietta di "Dio" e una splendida rete del brasiliano). Non tutto, però, è stato semplice. 

11 ottobre 2012

Cronaca di una serata indimenticabile (Livorno - Spezia)

Si può essere orgogliosi dopo un 1-5 incassato in casa e per di più contro gli odiati  spezzini?
Si, possiamo esserlo. Possiamo esserlo perché quello che è accaduto sul terreno di gioco non ha importanza se confrontato con ciò che è avvenuto sugli spalti.
Siamo al 10° minuto del secondo tempo, lo Spezia ha appena segnato lo 0 - 4 con Antenucci. Ci si attenderebbe   uno stadio ammutolito, vivacizzato solo dai festeggiamenti dei tifosi ospiti.

Ci si attenderebbe mugugni, qualche fischio, tanto silenzio di delusione per una partita così tanto attesa e così pesantemente persa. Se lo aspetterebbe chi non conosce a fondo i livornesi, chi non conosce l'amore di questo popolo per la maglia amaranto; se lo  aspetterebbe anche chi pensava che il ritrovato feeling tra squadre e tifosi dipendesse solo dai recenti risultati positivi. Invece dalla curva nord si alza un coro fortissimo, un boato: "Forza magico Livorno/ vinci ancora per gli ultrà / questa curva amaranto/canta sempre e non si lascia rallentar!".

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