AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

23 marzo 2014

A TORINO LIVORNO NON PERVENUTO: CERCHIAMO IL RISCATTO A BERGAMO!

Su una cosa non ci sono dubbi: è stata la peggior partita da quando sulla panchina amaranto siede mister Di Carlo. Abbiamo rivisto (purtroppo) quel Livorno formato trasferta che aveva caratterizzato la prima metà della stagione. Una prestazione del genere assomiglia troppo a quelle già viste nelle trasferte romane e a quella di Verona sponda Chievo, con in più una grossa, pericolosa aggravante: adesso siamo nel rush finale del campionato e certe performance non sono più ammissibili. Qui in ballo c'è la salvezza. Si deve sputare sangue in ogni partita e in ogni campo. Non siamo nelle condizioni di poterci permettere scampagnate. Questo deve essere chiaro.
Cerchiamo comunque di non farci prendere dal pessimismo e da una eccessiva vena critica, che sarebbero solamente controproducenti. Adesso dobbiamo solamente restare uniti e remare tutti dalla stessa parte. Tutti: squadra, società e tifosi. 
Sappiamo che da qui alla fine ci aspetteranno altre sconfitte, perciò è meglio evitare crisi di nervi ad ogni risultato negativo. Dobbiamo evitare di guardarci indietro, ma proiettarci sempre al prossimo impegno. E' ciò che dobbiamo fare anche dopo questa nefasta partita. Tra soli tre giorni la squadra tornerà in campo e dovremo concentrarci solo su questo: dimentichiamoci di Torino e guardiamo oltre. La salvezza non è certamente divenuta impossibile a causa di questa sconfitta.

A Bergamo ci aspetta un'altra difficile trasferta, contro una squadra lanciatissima, ma dobbiamo essere fiduciosi: il Livorno non è e non può essere quello di Torino; noi vogliamo credere che sia quello di Cagliari, quello del primo tempo di Genova, quello visto contro il Napoli. Noi ci crediamo. Alla squadra chiediamo solamente di fare altrettanto: crederci e lottare. Quindi forza ragazzi, andiamoci a prendere questo risultato.


Davide Lanzillo

17 marzo 2014

VITTORIA FONDAMENTALE! MA QUANTO PATIMENTO INUTILE...

Questi ci vogliano far morì. Non esiste altra spiegazione. Guardare le partite del Livorno è un rischio per la salute pubblica. Le coronarie sono messe continuamente a rischio. Si vince due a zero a meno di dieci minuti dal termine contro una squadra che non ha mai tirato in porta: possiamo regalarci un finale tranquillo? Macché... Prima l'espulsione di Mbaye che, già ammonito, si lascia andare ad un ingenuo fallo di mano che gli costa il secondo cartellino giallo (anche se su questo ci sarebbe da discutere: ora dovete dirmi come mai in Genoa-Juventus un intervento di mano ben più plateale di Vidal non è stato punito con la stessa sanzione. Tanto in Italia si sa, la legge non è uguale per tutti...), poi la pazzia di Emeghara che, anch'egli già ammonito, commette un grossolano quanto inopportuno fallo da rigore: secondo rosso per gli amaranto e Bologna che accorcia le distanze. A quel punto mancano cinque minuti al termine più recupero, da giocare in 9 contro 11. Lo spettro della beffa è dietro l'angolo. Subire un'altra rimonta dopo quella subita appena sette giorni prima a Genova sarebbe un colpo mortale per il morale. Ma stavolta il Livorno ha un'arma in più: i propri tifosi. E' proprio nel momento di massima e disperata difficoltà che lo stadio si trasforma in una bolgia, in un inferno per coloro che indossano la maglia emiliana. Il frastuono dei 12mila del Picchi è travolgente. Il clima è così rovente che la squadra in campo non può non risentirne. E infatti i nove rimasti in campo stringono i denti, raddoppiano le forze, lottano come leoni. Il Bologna ci prova, ma il muro amaranto non crolla, non scricchiola neanche. Il risultato è portato a casa. La vittoria fondamentale è arrivata. Avanti così. Magari però la prossima volta fateci patire un po' meno...


Davide Lanzillo

9 marzo 2014

UN LIVORNO DOTTOR JEKYLL E MISTER HYDE

Roba da matti. Ennesimo capitolo schizofrenico di una squadra imprevedibile come poche. 
Un primo tempo sontuoso, perfetto, in cui il Livorno ha pieno controllo del match: prima la traversa colpita con Paulinho, poi le due reti firmate da Mbaye. Squadre al riposo con il seguente punteggio: Sampdoria 0 Livorno 2.
La ripresa è invece un rocambolesco calvario. Nemmeno dieci minuti e la Sampdoria ci ha già recuperato: 2-2. Non solo, presto ci supera e allunga: finisce 4-2 per i blucerchiati. Impensabile. Un tracollo vertigionoso ed inspiegabile. Troppo diverse le prestazioni dei due tempi per appartenere alla stessa squadra. Ma il Livorno di quest'anno è così. Di sicuro non ci si annoia mai, ma spesso ci si rimane male. Tre punti importantissimi in chiave salvezza buttati via. E adesso con il Bologna saremo costretti a vincere.
C'è da dire però che non siamo neanche granché fortunati: la rete del pareggio doriano è una clamorosa autorete di Ceccherini, quella del 3-2 ha come decisiva una deviazione di Coda che spiazza Bardi.
Senza contare che tanto per cambiare anche stavolta l'arbitraggio è stato più che discutibile: sul punteggio di 2-1 in nostro favore non ci viene concesso un rigore sacrosanto per un netto fallo su Greco lanciato a rete. Se fossimo andati sul 3-1, avremmo voluto vedere se la Sampdoria sarebbe riuscita a compiere ugualmente la rimonta. Ma come al solito lottiamo contro tutto e tutti.
Detto ciò, la metamorfosi avvenuta nella ripresa non ha scusanti: non si può perdere così la bussola, non si può crollare in tal modo quando in palio c'è la salvezza. 
La squadra tecnicamente c'è, le qualità ci sono: altrimenti non si spiegherebbe l'ottimo primo tempo; però risulta essere troppo fragile psicologicamente: di fronte alle offensive avversarie condotte sul solo piano della disperazione sembra squagliarsi. Era già successo altre volte, basti pensare alla gara di Catania: il Livorno soffrì la squadra siciliana soltanto quando questa la mise sul piano della disperazione, non più del gioco. A Genova è accaduto lo stesso: non siamo in grado di resistere per quei pochi minuti necessari a spengere ogni velleità negli avversari. E così abbiamo perso punti importanti. Troppi. Non possiamo più permettercelo.

Davide Lanzillo

4 marzo 2014

LIVORNO GUERRIERO: IL NAPOLI NON PASSA!

Quanto ci voleva un risultato del genere! Bloccare sul pareggio il Napoli dei vari Callejon, Hamsik, Mertens e Pandev è stata un'impresa. Nonostante l'assenza di Higuain fra gli azzurri, portare via qualche punto dal match con i partenopei era pressoché impensabile. Eppure il Livorno c'è riuscito, c'è riuscito nonostante un rigore assegnato alla squadra di Benitez che definire generoso è poco: vorremmo vedere se a parti invertite Mazzoleni avrebbe preso la stessa decisione...
Non solo è riuscito ad ottenere il pareggio, ma per poco non porta a casa addirittura una clamorosa vittoria, con buonissime occasioni create nel corso della ripresa.
Un pareggio arrivato nel miglior modo possibile: attraverso il gioco e la prestazione. Questo è il dato più confortante. Dopo l'assurdo primo tempo contro il Verona si attendevano risposte: risposte che non solo non ci hanno deluso, ma che ci hanno rinfrancato e concesso nuovo ottimismo. Finalmente abbiamo capito che esistono partite sì difficili, ma non impossibili: contro qualunque avversario si può andare alla ricerca di un risultato positivo. E' lo spirito che deve accompagnarci da qui alla fine del campionato: ogni partita sarà importante e mai dovremo partire battuti in partenza. Anche perché il calendario è impietoso nelle ultime giornate: conquistare qualche punto contro le "big" sarà necessario se vorremo garantirci la permanenza in serie A.
Per questo finale di stagione potremo contare nuovamente su un fattore determinante: il calore dei tifosi. Dopo alcune settimane caratterizzate da contestazioni di vario genere e da una sorta di torpore, gli spalti del Picchi sono tornati a ribollire di passione, alzando notevolmente il numero dei decibel. Finalmente si è rivista quella curva travolgente che spesso è riuscita a trascinare la squadra in vere e proprie imprese.
Bisogna solo sperare però che tale calore non sia dovuto solamente all'appeal esercitato dalla presenza di un avversario così blasonato: la vicinanza dei tifosi sarà ancor più necessaria in quelle partite che costituiranno veri e propri spareggi salvezza, come le sfide con Bologna e Chievo. Allora ancor più che mai dovrà tremare il terreno di gioco dalla bolgia infernale creata sugli spalti.

Davide Lanzillo

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