AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

24 febbraio 2013

AVVISO AI GUFI: IL LIVORNO È VIVO E VEGETO

Alla faccia di chi dava il Livorno per morto; alla faccia di chi aveva già cominciato a sputare veleno su giocatori e società. Volete capirlo o no che questa squadra lotterà fino alla fine per la promozione?! Certamente arriverà qualche altra partita-no, ma è umanamente impossibile vincere sempre e comunque. Fare drammi ad ogni singola sconfitta non è logico e neanche da tifosi veri. 
In questi giorni c'era già chi si divertiva a recitare il de profundis in rete o nelle varie trasmissioni locali, portando avanti attacchi gratuiti e insensati nascondendosi dietro l'etichetta di "tifoso". Sarà, ma personalmente credo che dietro certi commenti non si annidano tifosi, ma veri e propri gufi, di quelli che sperano in una sconfitta del Livorno e che godano nel parlarne male. 
Purtroppo per loro, però, quest'anno hanno ben poche occasioni per godere. Gli amaranto infatti hanno subito ripreso la loro marcia, nonostante ci fosse già chi aveva preannunciato la terza sconfitta consecutiva. Poveretti, hanno dovuto mandar giù l'ennesimo boccone amaro. 
A Cittadella si è visto un Livorno autoritario, neanche minimamente scalfito nella sua sicurezza dalle due precedenti sconfitte. È proprio questo che ammiriamo di questa squadra e che ci fa pensare positivo: la sua tranquillità, la sua serenità nel giocare a prescindere dal risultato. È una squadra forte che sa di esserlo, senza però mai scivolare nella spavalderia e nella presunzione. 
E tutto questo avviene anche in occasione di assenze importanti. Guardate la partita di ieri: erano fuori cinque titolarissimi (Fiorillo, Bernardini, Luci, Belingheri, Siligardi) a cui va aggiunto il turno di riposo concesso a Gemiti, eppure in campo queste assenze non si sono notate. La squadra ha mantenuto la sua ben precisa fisionomia e mentalità, smentendo tutti coloro che vanno avanti da tempo nel sostenere che il Livorno abbia una rosa troppo corta. 
Infine una considerazione: c'è una buona fetta della tifoseria che è sempre eccessivamente critica nei confronti di Mazzoni, critiche arrivate già addirittura prima dell'inizio del campionato. Nonostante in molti si sforzino di trovarne sempre il minimo errore, Luca sta dimostrando sul campo di essere un portiere affidabile per la serie B. Non sarà Buffon, ma anche ieri in più di una occasione ha salvato il risultato, blindando la porta amaranto. E così è stato anche a inizio stagione, prima che fosse vittima di quel brutto infortunio avvenuto durante Livorno-Spezia. Se qualcuno avesse la memoria corta, vada a rivedersi partite come Livorno-Padova, Livorno-Cittadella o
Crotone-Livorno. Vedrete come anche lui sia stato e sia decisivo per lo splendido campionato del Livorno.


Davide Lanzillo



17 febbraio 2013

VIA I FINTI TIFOSI

Mettiamo subito le cose in chiaro: se a fine stagione ci dovesse essere da festeggiare, certa gente non si azzardi a salire sul carro dei vincitori.
Abbiamo una tifoseria che si divide nettamente in due tronconi: da un lato abbiamo il cuore della curva, sempre presente e sempre vicino alla squadra, che canta ancora con più forza nei momenti di difficoltà; dall'altro abbiamo gli schizzignosi, quelli che vengano solo se la squadra vince e se in cielo splende il sole, quelli che non perdono occasione di criticare tutto e tutti, quelli che abbandonano lo stadio quando mancano ancora dieci minuti al termine della partita solo perchè la nostra squadra è passata in svantaggio. Beh, per questi "tifosi" basta un solo aggettivo per essere descritti fedelmente: ridicoli.
Ormai c'è qualcuno che dà per scontato che quando il Livorno gioca in casa debba per forza vincere ogni volta, come se noi fossimo il Barcellona e gli avversari dei poveri sprovveduti venuti a fare una scampagnata.
Abbiamo perso due partite di seguito, e allora?!? Analoga sorte è toccata anche al Verona, con la conseguenza che il vantaggio sulla terza è rimasto immutato; per non parlare poi del vantaggio abissale rispetto al gruppo delle squadre in lotta per i play-off. Eppure c'è chi critica, chi se la prende con quel giocatore o con l'altro, sempre però pronto a decantare le lodi di qualche calciatore avversario. Mah...classifica alla mano sono gli altri che dovrebbero invidiarci i nostri giocatori. Chissà come mai, però, l'erba del vicino è sempre più verde, anche quando i numeri parlano chiaro.
Provate a chiederlo ai nostri "cari amici" spezzini se vorrebbero invertire la loro situazione con la nostra: farebbero i salti di gioia, farebbero carte false per essere al nostro posto. E come loro i tifosi di qualsiasi altra squadra di serie B, eccezion fatta naturalmente per il Sassuolo.
Ma nella Livorno degli incontentabili c'è chi trova il coraggio di abbandonare gli spalti alla rete del 2-1 modenese, quando ancora il cronometro dice che la partita è tutt'altro che finita. Vergogna.
E allora sorge spontanea un'amara riflessione: c'è chi non si merita una squadra seconda in classifica.
 
Davide Lanzillo

12 febbraio 2013

UNA SERATA MALEDETTA

Ci sono giorni in cui niente va come vorresti, in cui tutto gira inesorabilmente nel verso sbagliato. A Empoli il Livorno ha vissuto una di quelle giornate, in una serata fatalmente stregata. 
Eppure l'inizio della partita faceva presagire tutto il contrario di quello che poi sarebbe stato: venti minuti travolgenti, con un Livorno padrone assoluto del campo, una supremazia coronata dalla rete di Schiattarella. Purtroppo però si sa: la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo. E infatti chi è costretto a lasciare il campo pochi minuti dopo a causa di un infortunio?! Proprio Schiattarella, l'uomo in più fino a quel momento, il giocatore che più di tutti stava mettendo in difficoltà i padroni di casa. Non è un caso che da quel preciso istante il Livorno cali vistosamente, non riuscendo più a portare gli stessi pericoli verso la porta empolese. 
Anche perché la sfiga era stata previdente: già nella rifinitura pre-partita aveva provveduto a mettere k.o. Salviato, il sostituto naturale di "Schiatta". A quel punto mister Nicola non ha potuto fare altro che mettere in campo Ceccherini, un giocatore dalle caratteristiche completamente diverse da quelle di Schiattarella e dello stesso Salviato. Ma era solo l'inizio. 
L'Empoli infatti pareggia: e in una serata come questa chi doveva segnare?! Naturalmente l'ex non proprio amatissimo, quel Tavano che è stato allo stesso tempo croce e delizia per i tifosi amaranto. Il gol subìto però non è l'unico problema: nell'azione Fiorillo si procura un problema ad una mano ed anche lui è costretto ad alzare bandiera bianca. Appena 40 minuti di gioco e già due cambi.
Finisce il primo tempo e il ritorno delle due squadre verso gli spogliatoi procura un altro brivido: Bernardini zoppica vistosamente. No, non può essere. Tre infortuni dopo soli 45 minuti sono impensabili. L'intervallo trascorre con una certa ansia, ma al rientro in campo "Berna" è al suo posto. Si può finalmente tirare un sospiro di sollievo?! Macché, trascorrono appena due minuti e il difensore comincia a zoppicare di nuovo, si accascia a terra. Abbandona la battaglia anche lui. Tre infortuni e già esauriti i tre cambi. Ed il secondo tempo è appena iniziato.
Nicola rattoppa la squadra come può, ma ormai il Livorno non può più esprimere il suo solito gioco, non riuscendo più a pungere in attacco. L'Empoli è galvanizzato, cerca la vittoria, ma raramente si rende veramente pericoloso.
Il tempo scorre e il risultato rimane in parità: in una serataccia come questa un punto sarebbe oro colato. E proprio quando ormai il pareggio sembra alle porte arriva la rete-beffa, a soli quattro minuti dalla fine. Il cerchio è chiuso. 
Cosa lascia una partita come questa? Sicuramente tanta amarezza, perché il Livorno, fino a che non venisse tartassato dalla sfortuna, si era dimostrato più forte degli avversari, si stava imponendo con autorità sul campo di una delle formazioni più quotate della serie B. 
Non è comunque il caso di sfasciarci la testa: la sconfitta non arrivava da 14 giornate, dalla partita interna con il Verona del 20 ottobre; in trasferta l'ultimo e unico stop risaliva addirittura al 22 settembre, quasi cinque mesi fa. 
Dispiace soprattutto per quei quasi 600 livornesi che in un freddo lunedì sera hanno affrontato pioggia e neve per seguire la squadra in trasferta, sostenendola incessantemente dall'inizio alla fine. La sconfitta avrà lasciato in loro un pizzico di delusione, ma l'orgoglio non ne esce minimamente scalfito, anzi: di questa squadra siamo sempre più fieri.

Davide Lanzillo

3 febbraio 2013

GRANDE LIVORNO: EPPURE C'È CHI CRITICA...



E adesso non diteci che era facile. Vero, la Pro Vercelli è penultima in classifica, ma è uscita dal mercato di gennaio completamente rivoluzionata: degli 11 scesi in campo ieri ben 8 sono nuovi acquisti. Praticamente un'altra squadra rispetto al girone di andata. E poi come si fa a parlare di partite facili in un campionato equilibrato come quello di serie B giunto nella sua fase più calda?! D'ora in poi nessuna squadra regalerà niente, tutte giocheranno con il coltello tra i denti, soprattutto quelle impegnate nella corsa salvezza. 
Scordiamoci partite semplici da giocare in scioltezza: chi verrà a Livorno non giocherà a viso aperto, ma farà le ormai famose barricate, usando tutti gli espedienti possibili per strappare via un punticino. 
Ieri ne abbiamo avuto la prima prova: i giocatori in maglia bianca sempre dietro la linea della palla, intenti solamente a non concedere spazi agli attacchi amaranto e ad innervosire i nostri, cercando costantemente lo scontro fisico, provocando, stando minuti interi in terra per presunti infortuni (chissà come mai, però, appena il pallone veniva buttato fuori dal campo si rialzavano in piedi come molle...).
Dobbiamo abituarci: essere una grande squadra significa anche questo, significa superare anche queste difficoltà. E noi ieri ci siamo riusciti. 
Intanto in giro si sentono strane voci: "il mercato è stato insufficiente, i nuovi arrivi non bastano per fare il grande salto". Mah... Ma questa gente cosa pretenderebbe?! Di avere Messi e Cristiano Ronaldo in squadra?! Forse qualcuno si scorda che il Livorno è secondo in classifica ad un solo punto dalla vetta, con ben 12 punti di vantaggio sul quarto posto e 18 sul settimo (il primo che non permette l'accesso ai play-off). Ma cosa deve cambiare una squadra con dei numeri del genere?! Se sono stati ottenuti questi risultati un motivo ci sarà, significa che i valori ci sono già nell'attuale organico. È inutile poi che si venga a dire che squadre come Padova o Spezia si sono rinforzate: ovvio, sono loro a dover fare la rincorsa, sono loro chiamati a rispondere ad un percorso fino ad ora insufficiente. 
Eppure c'è chi si lamenta sempre, quasi sperando di poter dire alla fine "io l'avevo detto". Purtroppo c'è chi è convinto che ogni qualvolta ci sia una sessione di mercato una squadra debba cambiare per forza. Ma perchè?! Se una squadra gira alla meraviglia che senso ha cambiare tanto per cambiare?!
Il Livorno in questo mercato invernale ha agito come doveva fare: non è stato ceduto nessuno dei titolari, sono stati mandati a giocare coloro che non trovavano spazio e sono arrivati innesti mirati capaci di costituire valide alternative (e ieri Duncan ha già dimostrato di poter costituire ben più di una semplice alternativa). Forse sarebbe potuto arrivare un difensore di esperienza, ma non facciamone un dramma: il reparto difensivo è cresciuto e sta crescendo notevolmente. I numeri parlano chiaro: 11 reti subite nelle ultime 14 giornate, con 7 partite chiuse a rete inviolata. Vi sembra poco?! 


Davide Lanzillo



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