AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

11 ottobre 2012

Cronaca di una serata indimenticabile (Livorno - Spezia)

Si può essere orgogliosi dopo un 1-5 incassato in casa e per di più contro gli odiati  spezzini?
Si, possiamo esserlo. Possiamo esserlo perché quello che è accaduto sul terreno di gioco non ha importanza se confrontato con ciò che è avvenuto sugli spalti.
Siamo al 10° minuto del secondo tempo, lo Spezia ha appena segnato lo 0 - 4 con Antenucci. Ci si attenderebbe   uno stadio ammutolito, vivacizzato solo dai festeggiamenti dei tifosi ospiti.

Ci si attenderebbe mugugni, qualche fischio, tanto silenzio di delusione per una partita così tanto attesa e così pesantemente persa. Se lo aspetterebbe chi non conosce a fondo i livornesi, chi non conosce l'amore di questo popolo per la maglia amaranto; se lo  aspetterebbe anche chi pensava che il ritrovato feeling tra squadre e tifosi dipendesse solo dai recenti risultati positivi. Invece dalla curva nord si alza un coro fortissimo, un boato: "Forza magico Livorno/ vinci ancora per gli ultrà / questa curva amaranto/canta sempre e non si lascia rallentar!".

Le bandiere sventolano al cielo, festose se il 4 - 0 fosse stato siglato dal sinistro di Siligardi o da un colpo di testa di Paulinho. Il coro viene ripetuto una, due, tre, quattro volte. Non si ferma più. Ricomincia ogni volte, sempre più forte. La curva intera è in piedi, canta, salta, batte le mani. La gente grida a squarciagola. Passano i minuti e il motivetto viene ripetuto senza tregua. Il tutto per 10 - 15 minuti di seguito. Da brividi. Commovente.
Per un attimo volgi lo sguardo verso il settore occupato dai tifosi spezzini: te li aspetti in festa e invece sono tutti là, fermi, immobili, ammutoliti, increduli. Sembra un mondo capovolto: i vincitori in silenzio, gli sconfitti festosi e più fieri che mai. Ma il vero vincitore è il pubblico livornese, un pubblico maturo che è tornato non solo numeroso, ma più carico che mai, sempre più desideroso di sostenere questi colori, comunque vada.
E la partita? Beh, forse ha poco senso parlarne. Anche perchè la partita vera e propria dura dieci minuti, quando l'arbitro decide di concedere un rigore (poi trasformato dall'ex Di Gennaro) e di espellere Mazzoni per un fallo su Okaka. Se il rigore è ineccepibile, non altrettanto si può dire dell'espulsione, per due motivi: 1) Okaka al momento dell'intervento di Mazzoni si sta decentrando, non puntando direttamente verso la porta; 2) Okaka è affiancato da Lambrughi (grave il suo errore nell'episodio: indeciso fino all'ultimo sul dal farsi, non ha protetto l'uscita di Mazzoni) e quindi il fallo non risulta essere da ultimo uomo.
Partita falsata e di fatto chiusa, anche se il Livorno per tutto il primo tempo cerca di rimettere in piedi la partita con coraggio, mettendo in qualche circostanza in apprensione la difesa bianconera. La seconda rete al termine del primo tempo (contropiede finalizzato da Bovo) e soprattutto la terza realizzata dopo appena 8 secondi della ripresa (errore fatale in fase di impostazione di Emerson e rete di Sansovini) impacchettano i tre punti in direzione La Spezia. Il 4° e il 5° goal ospite (doppietta di Antenucci) sono una punizione troppo severa per gli amaranto, che trovano comunque il modo di realizzare il goal della bandiera allo scadere, grazie a un rigore procurato da Paulinho e trasformato dallo stesso brasiliano.
Al termine sono applausi per la squadra, richiamata a gran voce sotto la curva dai tifosi. Ci sono ancora cori di incoraggiamento; c'è ancora una volta lo struggente coro in ricordo di Piermario Morosini.
Si torna a casa sconfitti nel risultato, ma non nel morale. Chi ha vissuto la magica serata dell'Armando Picchi è tornato a casa felice, orgoglioso dei propri colori, orgoglioso di essere livornese. È questa la vittoria più bella.


Davide Lanzillo

Coro forza magico Livorno:
http://www.youtube.com/watch?v=ad0XarOvyHw



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