AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

25 marzo 2013

Una domenica che avrebbe potuto essere perfetta...

Che gran bel Livorno. E finalmente vincente, dopo le ultime uscite non proprio fortunatissime. Anche ieri, così come era stato martedì scorso a Cesena, non c'è stata partita: amaranto padroni assoluti del campo, con quella giusta voglia di vincere, senza farsi prendere dalla frenesia di sbloccare a tutti i costi subito il risultato. È cresciuto tanto questo Livorno: è vero, dal punto di vista dei risultati è stato più positivo il girone di andata, ma bisogna tener conto che il girone di ritorno ha tutta un'altra storia, in cui nessuno ti regala più niente e tutti giocano con il coltello tra i denti, dove ogni punto acquista un peso maggiore più ci si avvicina alla fine; è cresciuto però dal punto di vista della sicurezza, della personalità con cui sta in campo. 
Prendiamo ad esempio le due partite disputate contro il Verona: nel match di andata al Picchi si vide un Livorno intimorito, quasi in soggezione psicologica rispetto al blasone degli scaligeri; nella gara del Bentegodi invece abbiamo visto un Livorno autoritario, capace di imporre il proprio gioco su uno dei campi più difficili del campionato. L'autostima e la consapevolezza nei propri mezzi ha subito un'impennata.
Tuttavia la giornata di ieri lascia anche un po' di amaro in bocca: alzi la mano chi sul   2-0 del Crotone a Verona non aveva già pregustato l'idea di riprendersi il secondo posto in solitudine. I calabresi però a quanto pare hanno deciso di rendersi complici dei gialloblù in questo finale di stagione: dopo averci battuto a domicilio qualche settimana fa, si sono resi protagonisti di un clamoroso harakiri, facendosi segnare tre reti in sette minuti. Mah...
Peccato perché poteva essere la giornata perfetta: vittoria del Livorno, sconfitta del Verona e sconfitta dell'Empoli. Già, perché in serata la notizia della sconfitta dell'Empoli nel posticipo con il Bari ha almeno in parte affievolito l'amarezza lasciata dalla clamorosa vittoria della compagine del "caro amico" Mandorlini.
Adesso infatti i punti di vantaggio sulla quarta sono tornati ad essere 10. E cosa significa questo?! Beh, significa che se il torneo finisse in questa situazione sarebbe serie A, con tanti saluti ai play-off e a tutti coloro (televisioni in primis) che tifano per un loro svolgimento. 
In tutto questo però c'è un velo di tristezza: la presenza di pubblico sugli spalti del Picchi. Con il Lanciano non c'erano le classiche scuse utilizzate dagli assenteisti: era domenica, i negozi erano chiusi e la gente non lavorava, eppure allo stadio c'erano le solite 5000 persone. Deprimente. Deprimente se pensiamo da dove sono partiti questi ragazzi e cosa ci stanno regalando; deprimente se pensiamo alla voglia di lottare che ha questa squadra, incarnando più che mai lo spirito di appartenenza; deprimente se pensiamo che nel caso ci dovesse essere da festeggiare la fine il pubblico sugli spalti sarà almeno 2/3 volte più numeroso. 
Già, perché allora sarebbe giusto che a festeggiare ci fossero solo coloro che ci sono sempre stati, che non hanno mai lasciato solo un Livorno così degno di essere sostenuto: unirsi al carro dei vincitori è da perdenti.

Davide Lanzillo


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