Anche lo spettatore più scettico o avverso ai colori amaranto non può non confessare che al Manuzzi in campo c'è stata solo una squadra: il Livorno ha preso in mano le redini del match dal primo all'ultimo minuto di gioco, non lasciando neanche le briciole ai bianconeri padroni di casa. La personalità e la consapevolezza della propria forza è quello che ha più impressionato della nostra squadra, segno che ormai la maturazione è quella giusta per raggiungere grandi obiettivi.
È mancato solo il gol, e si sa, nel calcio non è proprio un piccolo particolare: è tutto. Forse è mancato un pizzico di cattiveria sottoporta, con alcune occasioni che avrebbero potuto essere sfruttate in maniera diversa, ma certamente anche la sfortuna ha messo il suo zampino per impedire ai tre punti di muoversi in direzione Livorno: basta vedere il palo colpito da Belingheri, a cui tutti avevamo ormai gridato al gol.
A completare la serata non proprio benevola si è aggiunto il successo del Verona, arrivato a tempo scaduto e (guarda un po') su rigore, successo che consente agli scaligeri di agguantarci al secondo posto. Mandorlini e i suoi staranno già esultando, staranno già godendo di questa posizione che, in virtù dei risultati negli scontri diretti, li porterebbe diretti in serie A. Esultano ed è giusto che sia così. Ma attenzione: al termine del campionato mancano ancora da giocare dieci gare e il Livorno visto a Cesena ha tutte le carte in regola per giocarsela fino in fondo. Quindi non abbattiamoci, non facciamoci travolgere dal pessimismo come spesso capita a noi livornesi, ma lottiamo, dimostriamoci combattenti come coloro che indossano la nostra maglia.
La sfida è appena iniziata.
Davide Lanzillo