AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

12 febbraio 2013

UNA SERATA MALEDETTA

Ci sono giorni in cui niente va come vorresti, in cui tutto gira inesorabilmente nel verso sbagliato. A Empoli il Livorno ha vissuto una di quelle giornate, in una serata fatalmente stregata. 
Eppure l'inizio della partita faceva presagire tutto il contrario di quello che poi sarebbe stato: venti minuti travolgenti, con un Livorno padrone assoluto del campo, una supremazia coronata dalla rete di Schiattarella. Purtroppo però si sa: la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo. E infatti chi è costretto a lasciare il campo pochi minuti dopo a causa di un infortunio?! Proprio Schiattarella, l'uomo in più fino a quel momento, il giocatore che più di tutti stava mettendo in difficoltà i padroni di casa. Non è un caso che da quel preciso istante il Livorno cali vistosamente, non riuscendo più a portare gli stessi pericoli verso la porta empolese. 
Anche perché la sfiga era stata previdente: già nella rifinitura pre-partita aveva provveduto a mettere k.o. Salviato, il sostituto naturale di "Schiatta". A quel punto mister Nicola non ha potuto fare altro che mettere in campo Ceccherini, un giocatore dalle caratteristiche completamente diverse da quelle di Schiattarella e dello stesso Salviato. Ma era solo l'inizio. 
L'Empoli infatti pareggia: e in una serata come questa chi doveva segnare?! Naturalmente l'ex non proprio amatissimo, quel Tavano che è stato allo stesso tempo croce e delizia per i tifosi amaranto. Il gol subìto però non è l'unico problema: nell'azione Fiorillo si procura un problema ad una mano ed anche lui è costretto ad alzare bandiera bianca. Appena 40 minuti di gioco e già due cambi.
Finisce il primo tempo e il ritorno delle due squadre verso gli spogliatoi procura un altro brivido: Bernardini zoppica vistosamente. No, non può essere. Tre infortuni dopo soli 45 minuti sono impensabili. L'intervallo trascorre con una certa ansia, ma al rientro in campo "Berna" è al suo posto. Si può finalmente tirare un sospiro di sollievo?! Macché, trascorrono appena due minuti e il difensore comincia a zoppicare di nuovo, si accascia a terra. Abbandona la battaglia anche lui. Tre infortuni e già esauriti i tre cambi. Ed il secondo tempo è appena iniziato.
Nicola rattoppa la squadra come può, ma ormai il Livorno non può più esprimere il suo solito gioco, non riuscendo più a pungere in attacco. L'Empoli è galvanizzato, cerca la vittoria, ma raramente si rende veramente pericoloso.
Il tempo scorre e il risultato rimane in parità: in una serataccia come questa un punto sarebbe oro colato. E proprio quando ormai il pareggio sembra alle porte arriva la rete-beffa, a soli quattro minuti dalla fine. Il cerchio è chiuso. 
Cosa lascia una partita come questa? Sicuramente tanta amarezza, perché il Livorno, fino a che non venisse tartassato dalla sfortuna, si era dimostrato più forte degli avversari, si stava imponendo con autorità sul campo di una delle formazioni più quotate della serie B. 
Non è comunque il caso di sfasciarci la testa: la sconfitta non arrivava da 14 giornate, dalla partita interna con il Verona del 20 ottobre; in trasferta l'ultimo e unico stop risaliva addirittura al 22 settembre, quasi cinque mesi fa. 
Dispiace soprattutto per quei quasi 600 livornesi che in un freddo lunedì sera hanno affrontato pioggia e neve per seguire la squadra in trasferta, sostenendola incessantemente dall'inizio alla fine. La sconfitta avrà lasciato in loro un pizzico di delusione, ma l'orgoglio non ne esce minimamente scalfito, anzi: di questa squadra siamo sempre più fieri.

Davide Lanzillo

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