AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

17 febbraio 2014

IL LIVORNO SI FA IL REGALO DI COMPLEANNO. E ADESSO BASTA CON LE POLEMICHE

168 giorni: tanto è durata l'astinenza di successi in trasferta. Dal trionfo del 31 agosto a Reggio Emilia contro il Sassuolo abbiamo dovuto attendere fino al 16 febbraio per riassaporare il dolce sapore dei 3 punti lontani dal Picchi. Il 2-1 di Cagliari interrompe il digiuno e sfata un tabù: mai infatti il Livorno nel corso della sua gloriosa storia aveva ottenuto una vittoria in casa dei sardi. Vittoria che soprattutto ci riporta dopo lungo tempo in zona salvezza: il modo migliore di festeggiare il compleanno della società amaranto, nata il 14 febbraio 1915 (anche se la notizia venne resa pubblica soltanto tre giorni dopo).
Ebbene sì, non siamo più in zona retrocessione: fosse finito oggi il campionato, ci saremmo garantiti un altro anno di serie A. Strano a dirsi. Basta riavvolgere il nastro ad appena un mese fa per renderci conto di come siano cambiate le cose: la squadra sembrava allo sbando, la società in clima di smobilitazione, molti tifosi già rassegnati al peggio. Ma il bello (e il brutto) del calcio è proprio questo: tutto in un attimo può cambiare e ciò che valeva ieri non vale più oggi. Con il cambio di allenatore si è verificata una scossa: i 7 punti in quattro partite parlano da soli, senza considerare che sarebbero potuti essere tranquillamente di più...
Non solo molti tifosi apparivano già rassegnati, ma anche diversi media nazionali davano già il Livorno per spacciato, indicandolo come vittima predestinata. Il messaggio che invece ha mandato questa squadra è chiaro: per la salvezza ci siamo anche noi. Comunque andrà a finire avremmo avuto almeno la possibilità di lottare. E' questo che anche i ragazzi della Curva Nord devono mettersi in testa. Da troppo tempo si sentano solo contestazioni, con un sostegno alla squadra che si è fatto via via più tiepido: un clima assurdo per una squadra che deve garantirsi la sopravvivenza nel massimo campionato. Una contestazione iniziata anche con motivi validi, ma che adesso sta assumendo contorni stucchevoli e logoranti. Se infatti era lecito richiedere a gran voce uno sforzo della società nel mercato di gennaio, va riconosciuto anche che tale richiesta è stata soddisfatta. Eppure la frangia estrema della tifoseria sembra andare alla ricerca estenuante di cavilli quasi imbarazzanti per continuare la sua protesta nei confronti della società: aggrapparsi al numero dei giocatori in prestito rasenta il ridicolo...
Per il bene del Livorno sarebbe più opportuni che i ragazzi della curva tornassero a fare ciò che gli riesce meglio: il tifo. Rendere di nuovo il Picchi una bolgia, come soltanto loro sapevano e sanno fare. Solo tutti uniti si può raggiungere la salvezza. 

Davide Lanzillo

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